Barengo e la chiesa dei Santi Orso e Barnaba |
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L'abitato di Barengo,
toponimo di chiara origine Longobarda,
situato a circa tre chilometri a nord del capoluogo, in
un’incantevole posizione sul lago di Candia.
Prettamente agricolo, famoso per la produzione di amarene d’ottima qualità, concede ai suoi abitanti la tranquillità dei tempi andati. Non si conosce in quale epoca sianata la borgata, ma rileggendo quanto scritto da don Rolfo , eclettico prete originario del luogo a suo tempo parroco di Piverone, s’intuisce chiaramente la metamorfosisubita nel corso degli anni: " Le cascine Motta, Palantina e Cascina Nuova erano dirette da un fattore del Conte, il quale pagava una guardia campestre che abitava in una casetta situata su un promontorio ove attualmente esiste la cascina Rivetto. In questi cascinali i Conti di San Martino e di San Germano prima ed i San Marzano poi, tenevano numeroso bestiame con ben avviate industrie lattifere ed i Barenghesi erano braccianti mal retribuiti. Nella cascina Motta esisteva pure una filanda di seta che dava lavoro a molti operai forestieri. II macchinario della filanda era azionato dalle acque dellaroggia di Mazzè, diramazione del Canale di Caluso tracciato e costruito nel 1766. L'attuale roggia a scopo irriguo fu costruita nel 1768 dopo un contratto con la società consortile. II conte di San Martino di San Marzano verso il 1900 decise di vendere le cascine nella zona di Barengo. II prezzo del terreno non era eccessivamente elevato ed i nostri padri poterono acquistarlo. Con lo spezzettamento delle tenute i Barenghesi divennero piccoli proprietari e da quel giorno il paese risorse a nuova vita. I terreni, diligentemente dissodati e coltivati, furono subito molto produttivi. Si estese l'irrigazione in molte zone, si migliorarono le case che divennero abitazioni decenti ed igieniche ed in poco tempo il Barengo di una volta non era più che un sogno ". Da quanto riferito da don Rolfo, si può supporre che Barengo sia sorto probabilmente nel XVI secolo, per merito di braccianti addetti a coltivare i terreni di proprietà dei nobili residenti nel capoluogo, immigrati che probabilmente battezzarono il borgo col nome del loro paese d'origine. Ad onor del vero tra Caluso, Mazzè e Candia, esistevano sino al XIV secolo i paesi di Macelio e di Speratono, ambedue andati distrutti durante le guerre che insanguinarono il Canavese in quel periodo. E' quindi presumibile che questo sia stato il motivo che indusse i conti Valperga a richiamare gente da fuori per ripopolare la zona. A conferma il cognome Barengo, usato dai fondatori della borgata per denominare il nuovo paese, inizia ad essere documentato agli inizi del XVI secolo.. Probabilmente il nucleo originario della chiesa dedicata ai santi patroni Orso e Barnaba fu costruito all'inizio del XVII secolo sotto forma di cappella. Nel 1729 la chiesetta fu restaurata ed ampliata a spese dei borghigiani, tanto che nel 1828 il parroco di Mazzè don D. Salvetti poteva dire: " La Chiesa di Barengo di forma antica, quadrata, con pavimento lastricato in mattoni, mediocremente sano ed uguale. I muri sono ben regolari
ed il tetto, a forma di vela, e
ben riparato." la chiesa originaria fu demolita e sostituita da un nuovo edificio dotato di campanile,l'unica parte del vecchio tempio ancora esistente un vano oggi usato come sagrestia. Altri abbellimenti sono stati fatti alla fine della II guerra mondiale, come la costruzione della cantoria e le pitture, opera del pittore Comoglio, artista popolare di buon nome. Non chiaro se la chiesa dei Santi Orso e Barnaba abbia mai avuto un cappellano fisso, forse alcuni sacerdoti vi prestarono
servizio alla
fine della loro carriera perché originari del luogo, ma in genere le
funzioni religiose vennero sempre officiate dai
parroci di Mazzé.
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