La Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santi Gervasio e Protasio |
La storia della parrocchiale dei martiri Gervasio e Protasio, titolata sino al XV secolo al solo Gervasio, inizia circa mille anni fa con la costruzione del ricetto sul colle di san Michele. Già all'origine la chiesetta doveva essere quasi sicuramente in muratura ed orientata in direzione diversa dall'attuale, con pavimento in terra battuta e nudo tetto, con dimensioni del tutto simili alla cappella dedicata ai santi Lorenzo e Giobbe ancora oggi esistente. Probabilmente l'inusuale titolazione è da cercarsi nel fatto che nel dicembre dell'anno 1110 una bolla dell'imperatore Enrico IV, infeudò Mazzè e la sua castellata a Guido ed Ottone, conti del Canavese. E' quindi facile dedurne che un ramo di questa famiglia fosse già
installato in paese,
con la conseguente necessità di dotarsi di una cappella gentilizia
titolata ad un santo guerriero.
Nel 1286 la chiesa di San Gervasio è citata in un documento del priore della collegiata di Sant'Orso di Aosta, mentre nel 1349 la parrocchia dei Santi Lorenzo e Giobbe, per mancanza di fedeli, è abolita ed unita a quella del martire Gervasio. Nello specifico la prima considerazione da fare è certamente quella della titolazione, abbastanza inusuale in Piemonte, trattandosi Gervasio e Protasio, di legionari romani martirizzati a Milano in epoca incerta, santi prettamente lombardi. E' probabile che questa scelta sia da attribuire a vincoli parentali dei Valperga con i Visconti ed alla consuetudine dei nobili d'origine franca di adottare nei loro domini patroni di conclamate virtù militari.
A dimostrazione sono indicative le
molte chiese titolate dai Longobardi a San Michele a causa dei trascorsi
battaglieri di questo pugnace arcangelo. Probabilmente la cappella originaria non superava le dimensioni dell'attuale presbiterio ed è molto probabile che sotto l'altare maggiore ne esistano ancora i resti sotto forma di cripta, inoltre era certamente orientata in maniera diversa, con la porta d'ingresso prospettante verso Via delle Scuole e l'altare verso Piazza Camino e Prola. La forma a tre navate ed il ribaltamento dell’orientamento, furono realizzati almeno trecento anni dopo la nascita del tempio primigenio, forse al tempo di Giorgio Valperga o nei decenni immediatamente successivi, quando i conti di Mazzè ebbero la possibilità finanziaria di realizzare lavori di questa portata. D’altronde l’attuale forma era già presente quando monsignor Angelo Peruzzi, vescovo di Sarzana, visitatore apostolico, nel 1585 venne a Mazzè ed oltre ad abolire la parrocchia di Santa Maria, trovò la chiesa del martire Gervasio in cattive condizioni. La relazione del presule precisa che l’altare maggiore era posto sotto una regolare volta, probabilmente ancora quella della cappella antica, ma gli altri quattro erano in condizioni indecenti. La sagrestia era situata alla base del campanile, collocato a quel tempo a sinistra della porta d’entrata, pressappoco dove adesso si trova la cappella del Sacro Cuore. Non si hanno notizie della data in cui furono inglobate le edicole laterali,probabilmente nate come cappelle cimiteriali esterne. Da una planimetria redatta nell’anno 1750, si deduce che l’abside, l’attuale sagrestia e la parte finale della navata sinistra non erano edificate,mentre la parte destra del falso transetto era occupata da una sagrestia di fortuna fatta costruire una cinquantina d’anni prima da Don Olearis, parroco di Mazzè dal 1695 al 1746, mentre erano ancora libere le zone dell’attuale battistero e della cappella dell’Assunta. Nel 1744, costruito il nuovo portico verso la Via delle Scuole, sorse il problema del transito verso il sagrato, cosicché fu abbattuto l’antico campanile ed innalzatal'attuale torrecampanaria a spese del Comune. Nella prima meta del XIX secolo fu edificata l'attuale sagrestia e furono occupati gli spazi liberi a lato dell’entrata. Infine nello stesso periodo, scisse le competenze con la nascita della parrocchia di San Francesco a Tonengo, furono unite tra loro le cappelle laterali e si edificò abside terminando la facciata barocca, mentre il piano di calpestio fu abbassato di circa un metro, rendendo inutile la scalinata esterna sul sagrato. Incredibilmente, dopo questa miriade d’interventi, l’edificio ha assunto un assieme armonico e perlomeno all’interno, una notevole grandiosità, quasi che ogni epoca abbia lasciato una sua traccia, senza cancellare quanto fatto dalle generazioni precedenti. Degni di nota: la statua di legno dorato dell’Assunta, ricavata secondo la tradizione da un solo ceppo di castagno e la cappella successiva dedicata a San Sebastiano ed a San Vincenzo, nonché la cosiddetta cappella del castello con la tomba dell'ultimo dei Valperga. E’ doveroso rilevare il valore artistico e religioso della cappella dedicata a San Sebastiano, forse la più interessante dell’intera chiesa, un tema che pone l'accento dei legami di Mazzè con il vercellese. Da visitare il battistero con la lapide marmorea romana, databile al II secolo d.C. recentemente ritrovata a San Lorenzo. assieme ai martiri Gervasio e Protasio. Recentemente si appurato che sulle facce interne dei due muri delimitanti il presbiterio, esistono delle pitture raffiguranti l'ultima cena e le nozze di Cana, obliterate dalla tinteggiatura fatta eseguire una cinquantina di anni fa dal parroco don Bocca. Sarebbe certamente doveroso riportarle alla luce, anche per dare una giusta prospettiva all'interno del tempio. Com’è facilmente intuibile, la bellezza e l' imponenza di questa chiesa, non sono certamente riconducibili ad uno stile definito, perché pare che ogni tendenza architettonica germogliata tra il X ed il XX secolo, abbia lasciato il suo segno, ma nella notevole testimonianza che essa da delle generazioni passate, amalgamando nel suo assieme ogni intervento, ogni restauro, quasi che all'origine esistesse un progetto per giungere a questo risultato. |
Particolare della facciata La scenografica facciata Suggestiva immagine della parrocchiale mentre scende la neve |
L'interno della chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio L'organo Vegezzi-Bozzi del 1900 Altare della Madonna del Rosario |
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